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14/10/2007 - L'alimentazione del gatto

I gatti non sono piccoli cani…pertanto per meglio comprendere le particolari esigenze alimentari dei gatti rispetto a quelle dei cani, sarà opportuno approfondire alcune caratteristiche morfologiche, fisiologiche e comportamentali dei nostri amici felini.
Innanzitutto va sottolineato come i gatti siano per natura  carnivori obbligati,  similmente ai felini selvatici, a  differenza dal cane che come i suoi cugini selvatici segue piuttosto una dieta onnivora.
Questa differenza è in correlazione tra l’altro al comportamento di caccia del gatto, che è solitario, e consuma le sue prede con calma, a più riprese, senza la competizione degli altri elementi del branco, come avviene per i canidi selvatici; in questo modo seleziona accuratamente le parti  della carcassa, in genere partendo dalla testa, tralasciando i visceri gastroenterici il cui contenuto è ricco di sostanze vegetali che  sono invece la prima parte che viene ingerita voracemente dai lupi o dai coyotes,  per esempio.
Basti pensare che parte integrante della dieta di molti canidi selvatici sono frequentemente frutta, bacche e vegetali in genere.
Altro elemento che dimostra le abitudini alimentari del gatto è la sua dentatura, con denti piccoli e molto affilati, più adatti al taglio ed alla presa che ad una lunga masticazione.
In realtà tutto il corpo dei felini è una macchina perfetta per la caccia, come testimoniano le unghie retrattili.
Il dipendere da una dieta poco variata, su base prevalentemente carnea, fa sì che i gatti necessitino di un quantitativo di proteine molto alto, il doppio circa rispetto al cane, da cui traggono gran parte dell’energia necessaria al loro sviluppo e mantenimento.
E’ quindi evidente come una dieta ipoproteica sia mal tollerata, tanto più che il fabbisogno di alcuni amminoacidi particolari (gli amminoacidi sono i “mattoncini”  di cui sono formate le proteine), ad esempio taurina ed arginina, sia assai elevato, così come il fabbisogno di acido arachidonico, di cui i grassi di origine animale sono ricchi.
Originariamente i progenitori dell’attuale gatto domestico erano animali ben adattati agli ambienti desertici, e questo ha fatto sì che per risparmiare acqua (i gatti si sa, bevono poco, tranne se hanno patologie particolari) il rene di questi animali produca una urina assai concentrata, favorendo però le patologie del tratto urinario inferiore.
Somministrazione del cibo:
Alla luce di quanto riportato sopra, a differenza del cane, al gatto si può sempre lasciare del cibo a disposizione, in quanto generalmente si alimenterà con piccoli pasti frequenti nell’arco della giornata, auto regolamentandosi senza abbuffarsi. Il tubo digerente dei gatti ha limitate capacità, a riprova di come più pasti durante la giornata siano necessari per coprire il fabbisogno energetico.
Indicativamente 80-100 gr di mangime al giorno per un gatto di 3 kg circa sono adeguati. Talvolta meno, comunque molti gatti si alimentano irregolarmente, specie d’estate finiscono di notte ciò che hanno lasciato durante il giorno, troppo afoso. Non lasciare i cibi umidi più di qualche ora nella ciotola, al minimo deterioramento il micio si rifiuterà persino di avvicinarsi ad essa…
Ovviamente i gatti sterilizzati e confinati in casa tenderanno all’obesità, quindi la dieta andrà razionata con un alimento specifico, ricco di fibra e che non abbia più del 10% di grassi.
Si consiglia sempre di somministrare un alimento ricco di sostanze alimentari diverse, in modo da non abituare il gatto a nutrirsi esclusivamente di un solo alimento, diventando “difficile nei gusti” con tutto ciò che ne consegue in caso di necessità dietetiche obbligate per motivi di salute, come nel caso dell’insufficienza renale.
Spesso l’alimentazione con i patè in vaschetta altamente appetibili, essendo essenzialmente composti da un’unica fonte proteica (ad es. fegatini) causano il problema summenzionato.
Molto meglio cibi secchi o in scatolette ( o casalingo secondo ricette bilanciate) di marche note,  preparati con diversi ingredienti ad alta densità calorica.